• La Macchina Commettitrice

 

— Come realizzare il cordame per i nostri modelli navali costruendo una macchina commettitrice

 

Il modellismo navale ci regala anche il piacere di commettere in scala il cordame da utilizzare per l'attrezzatura del nostro modello. Che sia un'imbarcazione tipica, un brigantino o un grande vascello, i diametri delle manovre: dormienti o correnti, sono abbastanza vari da farci decidere di costruire una piccola macchina commettitrice.





L'idea di base; gli elementi principali: masuola e parte mobile; il principio di funzionamento senza l'uso della pigna; nascono dalla passione e dalle varie esperienze che i modellisti-fai-da-te hanno profuso per la realizzazione dei cavi per le manovre dei modelli. Ognuno, chi più chi meno, ha umilmente donato il proprio contributo, per lo più attraverso il web, al fine del miglioramento del congegno.

Anch'io associandomi a questi ultimi voglio qui illustrare il mio progetto di commettitrice premettendo che gli elementi di novità che propongo sono per la masuola: la posizione dei ganci di torcitura e lo spostamento della ruota motrice. Per la parte mobile: un sistema di serraggio rapido dei trefoli e la sostituzione delle ruote con cilindri gommati.

Per capire il senso del funzionamento del congegno bisogna spendere qualche parola per illustrare brevemente come in realtà era anticamente costituito e costruito un cavo per uso marittimo.

E' superfluo ricordare che nella navigazione antica si usavano manovre fatte di fibra vegetale, in particolare di canapa. Pianta di origine asiatica che puo raggiungere un'altezza anche di 5 m veniva attraverso una serie di processi ridotta in filacce.
Le filacce non adatte venivano scartate (stoppa), mentre le più lunghe e di migliore qualità venivano pettinate per rendere le fibre parallele poi spedite in corderia.
La corderia era il lunghissimo opificio per la fabbricazione delle corde che situato solitamente in prossimità dei porti o degli arsenali si avvaleva di maestranze esperte e uomini di fatica che con l'ausilio macchine semplici, sudore e muscoli riuscivano a filare, commettere e incatramare quella canapa trasformandola in robuste corde marinaresche, e senza la quale non ci sarebbe stata la storia delle grandi traversate a vela che conosciamo oggi.

Nel modellismo navale antico l'interesse per il cordame si limita a solo due tipologie di cavi: "piani" a tre o quattro trefoli e "torticci" a tre o quattro cordoni. La sostanziale differenza dei due tipi consiste nel numero di elementi impiegati e nella torcitura finale. Infatti l'ultimo verso di avvolgimento immediatamente visibile guardando un cavo è la caratteristica che lo classifica. Il destro chiamato anche antiorario oppure a 'Z' caratterizza i 'cavi piani'. L'avvolgimento sinistro invece, chiamato anche orario oppure a 'S', contraddistingue i 'cavi torticci'.

Gli elementi manufatti direttamente dalla canapa e costituenti il cavo finito sono:

  • la striscia, costituita da una quantità di semplici fibre di canapa sistemate parallele con le estremità sovrapposte in disposizione sfalsata.
  • il trefolo che non è altro che la striscia ritorta su se stessa nel senso della lunghezza con avvolgimento a 'Z'.
  • il legnuolo, si ottiene dall'unione di tre trefoli che singolarmente commessi a destra subiranno insieme la commettitura sinistrorsa.

Tre legnuoli unitamente commessi a destra 'Z' formano il cavo piano che prende il nome di 'cordone' se verrà a sua volta usato quale elemento per la fattura di un cavo torticcio. Tre o quattro cordoni unitamente commessi a 'S' formano un cavo torticcio.

La forza di torsione indotta ai trefoli tramite l'avvolgimento 'Z' tenderebbe a rientrare una volta staccati dalla macchina, ma la contrapposizione della torsione contraria 'S' fa in modo che essi restino strettamente uniti. Questa è la commettitura.

Ho disegnato lo schema che segue per rendere la spiegazione più immediata. Voglio inoltre specificare che orario/antiorario, destrorso/sinistrorso si intendono i versi di rotazione dei ganci della masuola e del disco rotante visti mettendosi dietro alle rispettive macchine.









 

LA PARTE MECCANICA

La prima cosa a cui ho messo mano è stata la ricerca degli ingranaggi, è più complicato di quanto sembra, poi su segnalazione di un modellista sono riuscito a reperirli presso un negozio on-line di materiale elettronico.
Le informazioni essenziali che dobbiamo conoscere circa le ruote dentate, per l'acquisto prima e per la messa in opera dopo, sono due: il modulo e il diametro della circonferenza primitiva.
Il diametro primitivo appartiene alla circonferenza ideale che è sempre tangente con la circonferenza primitiva della ruota accoppiata. Nel nostro caso, è importante in quanto ci dà l'esatto interasse delle ruote che dobbiamo montare. Infatti la distanza dei centri delle ruote accoppiate è pari alla somma dei raggi primitivi. Considerando poi che il diametro primitivo passa circa all'altezza di metà dente, ci rendiamo anche conto più o meno del massimo ingombro della ruota.
Il modulo invece è un numero che indica il rapporto tra il diametro primitivo e il numero dei denti della ruota. Importante sapere che per ingranare correttamente due o più ruote dentate devono possedere lo stesso modulo. Quindi resta una grandezza fondamentale quando procederemo all'acquisto.





La seconda cosa è stato l'acquisto di due avvitatori, la scelta l'ho fatta considerando la facile reperibilità dello stesso modello - scartando subito i cinesini- e un costo abbastanza contenuto.
La preferenza è caduta su un modello delle Black & Decker AS600 che oltre alla qualità garantita dal marchio l'ho trovato ad un prezzo decisamente accessibile.




La priorità di assicurarmi gli ingranaggi e i due avvitatori si è resa necessaria perchè solo partendo da essi sono riuscito a disegnare tutti gli elementi della macchina producendo le due tavole di progetto che trovi da scaricare nella sezione Download.

 

IL FUNZIONAMENTO

Realizzare in canapa i cavi nella scala di costruzione del modello resta un'operazione, almeno per me, alquanto difficile. La prima ragione è quella che non saprei creare i trefoli direttamente dalle fibre, la seconda ragione è che la canapa mi sembra un po' troppo grossolana per rappresentare il cordame in miniatura. Il ripiego, usuale, è quello di servirsi del comune cotone da cucito e da uncinetto. In commercio si trovano diverse misure di filati ritorti quasi sempre a 'Z'. Questi, con la dovuta valutazione del diametro e del grado di torcitura, si prestano a quattro diverse soluzioni:

1) usare il filato a 'Z' come trefolo.

A rigor di logica non sarebbe corretto in quanto come ho già detto il trefolo non è altro che la striscia ritorta; però per i diametri molto piccoli, arbitrariamente ne possiamo ricavare dei legnuoli più robusti. Come facciamo: si continua per un po' a torcere in destra con i ganci della masuola, poi si avvia il disco rotante in sinistra.

2) usare il filato a 'Z' come legnuolo.

Per prima cosa bisogna invertire il verso di commettitura, questo si può farlo facendo girare i ganci della masuola in senso orario. La rotazione azzererà la torsione a 'Z' e la invertirà ad 'S' nel suo girare. Tutta questa operazione sarà fatta nel confezionare un cavo piano.

3) usare il filato a 'Z' come cavo piano.

Non c'è nessuna operazione di commettitura da fare. Si usa, sic et sempliciter, il filato così com'è.

4) usare il filato a 'Z' come cordone.

Una volta posizionati i tre fili (cordoni) tra la masuola e la parte mobile si da' un poco di rotazione destra ai ganci della masuola. Dopodichè si aziona il disco rotante facendolo girare in senso orario fino ad ottenere un cavo torticcio ('S').

 

Fermare la masuola quando il grado di torsione dei legnuoli è sufficiente; fermare il disco rotante quando si ritiene opportuno che la commettitura a 'S' o a 'Z' sia finita; dosare la zavorra della parte mobile; non sono a mio avviso, assolutamente standard da seguire. Difatti tutto è legato alla qualità del filato, alla lunghezza e al diametro degli stessi, al numero di giri dei motori e così via. Bisogna quindi che ognuno, divertendosi, trovi i giusti parametri che soddisfino le esigenze proprie e del modello che sta costruendo. Altra scelta personale se partire dal trefolo o dal legnuolo.

- cotone da uncinetto -

- cotone forte da guantaio -

- comune spago da pacchi -

- cavo piano da cotone alimentare da salsiccia -

- cavo torticcio da cotone alimentare da salsiccia -


La cosa più complicata da fare è la misurazione dei diametri sia per i filati nonché per i cavi commessi. Il sistema di misurazione più usato e, a mio avviso, il più valido è quello di usare un rettangolo di cartoncino pesante o di compensato e avvolgervi intorno parallelamente al lato corto tanti giri accostati ma non compressi di fili. Una volta misurato in mm lo spazio occupato e poi diviso per il numero delle spire, si ottiene con una buona approssimazione il diametro del singolo filo. Vien da se che più spire si fanno maggiore è la precisione della misura.

 

 

 

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Renato Brunetti WebMaster