• La palla di Luisa

 

— La Palla di Luisa

 

Dicembre 2005

La mia amica Luisa mi ha raccontato che per Natale alcuni suoi amici le hanno regalato una decorazione fatta da loro stessi. Io le ho promesso di farle una palla natalizia. La mia intenzione è quella di realizzare un oggetto che non sia necessariamente rappresentativo di Natale, ma che abbia solo dei riferimenti ad esso come la forma e il colore e che riesca a stimolare la mia fantasia e a farmi passare piacevolmente qualche ora per la sua costruzione, oltre ovviamente, a rallegrarmi del pensiero che Luisa possegga una cosa fatta da me. Devo quindi, solamente capire cosa fare.

L’idea è nata una sera, quando sfogliando il catalogo della mostra di qualche anno fa “Leonardo e Venezia”, l’occhio si è fermato sul famoso disegno conosciuto come “uomo vitruviano”. Il disegno mi ha ricordato la grande opera lignea del maestro Mario Ceroli antistante al castello dei conti Guidi che sovrasta l’antico borgo di Vinci, e replicata poi in marmi policromi al Centro Direzionale di Napoli.

La storia del disegno, raccontata brevemente è questa: Marco Vitruvio Pollione, architetto romano, nel suo “De Architectura” sostiene che la perfezione, l’armonia, la bellezza si riscontrano nel rapporto di proporzione tra le parti del corpo umano (6 palmi valgono un cubito così come la distanza dalla punta delle dita alla piegatura del gomito; 4 cubiti oppure 10 teste valgono l’altezza di un uomo; dal gomito alla spalla 1/8 di uomo e così via), quindi bisogna basarsi sulle medesime proporzioni per la realizzazione di un corretto edificio. Questo concetto diventa un po’ la linea guida degli architetti e degli artisti del rinascimento e Leonardo non meno degli altri ci lascia il suo contributo nel famoso disegno conservato nella Galleria dell’Accademia di Venezia, dove rappresenta in un’unica tavola l’uomo inscritto sia nel cerchio che nel quadrato, altrimenti rappresentato separatamente “homo ad circulum” e “homo ad quadratum”. L’intenzione di Leonardo in realtà, è quella di rappresentare una vera e propria tavola antropometrica atta a ricavare le giuste misure per disegnare qualunque figura umana senza commettere errori di proporzione.

 

Una volta capito cosa fare, ho cominciato a disegnare l’oggetto nella sua forma definitiva. Ho scelto i materiali e disegnato i dettagli costruttivi dei singoli elementi. Ho studiato le problematiche realizzative e le varie ipotesi di fattibilità ricavandone tutti i dati per permettermi di predisporre la progettazione e la realizzazione della struttura provvisoria per la tenuta in forma dei vari elementi che devono essere saldati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 

 

 

Ecco in dettaglio come è costituita la “palla di Luisa”: i sedici elementi del cerchio sono in ottone crudo di mm 2 di diametro; i sedici elementi del quadrato sono sempre in ottone crudo ma con una sezione rettangolare di mm 2x1; la sagoma della figura umana l’ho realizzata da una bandella di rame crudo di spessore mm 10/10; i due elementi di chiusura polare, in ottone crudo, li ho ricavati sezionando un vecchio lucchetto. Ho assemblato poi i vari pezzi tramite brasatura a stagno. Dopo l’assemblaggio ho rifinito il tutto con limette di varie forme e tela abrasiva finissima per poi passare al lavaggio delle impronte con diluente nitro. Poi, senza mai più toccare “la palla” con le mani (le impronte lasciano un impercettibile velo di grasso che può compromettere il risultato finale) ho passato, a distanza di 48 ore, due mani di fondo aggrappante. Con la successiva verniciatura in oro ho completato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

L’idea iniziale era quella di per appendere la “palla” costruendo una delle catene leonardesche che si vedono nel codice Madrid I, superata poi, dall’intenzione di Luisa di esporre “palla” non solo nel periodo natalizio ma in modo permanente. Ho dovuto quindi pensare e disegnare un supporto adatto allo scopo. Ho lavorato di getto senza soffermarmi sui particolari producendo un disegno di massima per passare subito al pratico risolvendo le difficoltà esecutive al momento e applicando nel corso della costruzione le nuove idee. Descrivo di seguito come ho realizzato il supporto. L’intenzione è stata quella creare un oggetto che stesse in armonia con la “palla di Luisa” ho quindi costruito una paretina semicircolare in multistrato di pioppo rivestito con impiallacciatura di noce mansonia. Sulla parte esterna, come fanno gli intarsiatori sorrentini, ho scritto con impiallacciatura di mogano “La Palla di Luisa”. Sono passato poi alla levigatura ed all’applicazione del fondo turapori, alla seconda levigatura ed infine alla verniciatura con uno smalto acrilico trasparente. Ho realizzato poi un sostegno costituito da un 3 archi in tondino di rame da 5 mm di diametro terminanti con una staffetta in bandella di rame da 10/10 di mm sagomata a doppio angolo retto per il fissaggio tramite chiodini in acciaio brunito sulla sommità della paretina. Poi con la procedura già descritta per la “palla” ho rifinito e dipinto il sostegno. Ho fissato poi il supporto, con delle viti in ottone su una lastra di plexiglass trasparente di mm 220x280x20.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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