• Masuola

— La Masuola

 

La masuola è costituita da tre parti: la tavoletta di base; il pacco ingranaggi; il motore con la parte elettrica.
La tavoletta di base, ricavata da un pezzo di legno massello presenta nella parte inferiore le svasature per alloggiare le teste delle viti di montaggio e nella parte superiore due fresature parallele per alloggiare il pacco ingranaggi, una fresatura disegnante un rettangolo dove si incastrerà il carterino a protezione del motore e una fresatura per ospitare un profilo in alluminio che ha la funzione di guida per l'eventuale morsetto da tavolo.

 

 


 

Il pacco ingranaggi



Il pacco ingranaggi è composto da due elementi in plexiglass® che a sandwich reggono in posizione le ruote dentate. Per garantire che i due elementi risultassero perfettamente uguali li ho lavorati contemporaneamente come se fossero uno solo. Ho attaccato con un nastro da pacchi due pezzi di plexiglass® a cui ho sovrapposto il disegno stampato su un foglio adesivo. Ho forato gli alloggiamenti dei cuscinetti flangiati con una punta autocentrante e con la sega a nastro ho tagliato lungo il perimetro avendo l'accortezza di distanziare tramite una tavoletta di legno il pezzo da tagliare dal piano della sega. Il calore dovuto all'attrito della lama contro il pezzo da sezionare aggrega la segatura di plexiglass® ostacolando il taglio. Con l'escamotage della tavoletta attaccata con nastro biadesivo sotto il pezzo a poca distanza della linea di taglio sono riuscito a fare un lavoro abbastanza pulito.

 

 

 

 


Per assicurate la ruota dentata al proprio asse ho praticato una scanalatura diametralmente al mozzo della stessa che farà da alloggiamento per una spina elastica passante in un foro praticato nell'asse.

 

 

 


Gli assi necessari al pacco ingranaggi sono otto e di tre diversi tipi. Uno centrale di diametro più grosso, a servizio della ruota condotta, la più grande, presenta un ringrosso che fa da testa, un foro passante per la spina elastica e una gola per l'anello elastico di chiusura.
L'asse della ruota motrice presenta anch'esso gli alloggiamenti per la spina e gli anelli elastici: foro e gole. Inoltre la parte finale, fuoriuscente di un'adeguata misura dal pacco ingranaggi è stata conformata a sezione esagonale, giusto presupposto per l'accoppiamento con l'avvitatore.

 

 



Sei sono gli assi, che, oltre a presentare gli stessi elementi dei precedenti, sono forati in testa per poter ospitare il gancio di torcitura dei trefoli il quale è stato spinato e poi saldato a stagno. I ganci sono stati ricavati da un tondino di ottone poi rifiniti a lima, giusto per dare un po' di garbo estetico. Ogni asse gira montato su due cuscinetti a sfere flangiati. La scelta dei flangiati l'ho fatta per avere una maggiore facilità di montaggio ed un minore margine d'errore di parallelismo.

 

 

 

 


Quattro blocchetti di legno fanno da distanziatori, due di essi, gli inferiori, più lunghi, fanno anche da elementi di unione tra il pacco ingranaggi e la tavoletta di base. I blocchetti sono scanalati onde poter alloggiare le parti di chiusura perimetrali.

 



L'impronta personale che ho dato a questa parte della macchina è rappresentata da due cose: la prima ho disposto i ganci posizionandoli sui vertici di un triangolo equilatero e di un quadrato: commettitura a tre e quattro trefoli. Il graffito a due colori, che sa un po' di esoterico e che vedi sulla foto che segue, chiarisce maggiormente l'idea. Questo per dare un angolo di commettitura più preciso.



La seconda innovazione - se così si può definire - è stata quella di rendere motrice una settima ruota avente lo stesso diametro delle ruote che portano il gancio. Così facendo il numero di giri del motore si demoltiplica sulla ruota condotta che a sua volta moltiplica con lo stesso rapporto il numero di giri dei ganci. Risulta alla fine che i ganci ruotano con lo stesso numero di giri del motore che avendo una velocità consona alla commettitura mi ha fatto risparmiare l'acquisto di un variatore elettronico di velocità.



L'uso di un avvitatore è dovuto alla necessità di avere una coppia torcente adeguata, specialmente per la commettitura dei cavi torticci.

Detta coppia viene garantita dalla serie di ingranaggi costituenti il riduttore epicicloidale posizionato nella testa dell'avvitatore.



 

Una volta aperto l'avvitatore sfilando il gancio ad U, ho ridotto in lunghezza la scocca servendomi di un disco separatore montato sul flessibile del trapanino, ho saldato due cavi ai poli del motorino facendoli poi fuoriuscire da quella che era la cavità degli interruttori precedentemente eliminati. Il fissaggio sugli appositi supporti con due fascette ricavate da un lamierino ha completato la lavorazione.

 

 

 

A protezione del motore e della parte elettrica ho costruito un carterino di plexiglass®. La piegatura del materiale l'ho fatta a caldo usando una forma di legno e un erogatore di aria calda.

 

 

Ho fissato a quest'ultimo una presa per l'alimentatore e un interruttore deviatore per scegliere il verso del moto.

 

 

 

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Renato Brunetti WebMaster